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Luglio 22, 2024Previdenza del farmacista: una strategia per il futuro
Il tema della previdenza è ormai un argomento cruciale per ogni professionista, e i farmacisti non fanno eccezione. Che si tratti di titolari di farmacia o dipendenti, la pianificazione previdenziale è essenziale per affrontare con serenità un futuro che, dati alla mano, presenta diverse incognite.
Il sistema pensionistico: una crisi annunciata
Il sistema previdenziale italiano si basa su un meccanismo a ripartizione, dove i contributi dei lavoratori attivi finanziano le pensioni di chi ha già lasciato il mondo del lavoro. Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite stanno erodendo l’equilibrio del sistema:
- Nel 2022 in Italia sono nati solo 392.598 bambini, con un tasso di fertilità di 1,25 figli per donna, ben al di sotto della soglia di ricambio generazionale.
- Parallelamente, l’aspettativa di vita continua ad aumentare, comportando un numero crescente di pensionati a fronte di una riduzione dei lavoratori attivi.
Questa dinamica rende sempre più complesso mantenere pensioni pubbliche adeguate, con tassi di sostituzione (il rapporto tra la pensione percepita e l’ultimo reddito da lavoro) che difficilmente superano il 60%.
E per i farmacisti? La situazione è ancora più delicata.
ENPAF: una base previdenziale da integrare
Tutti i farmacisti iscritti all’albo devono aderire all’ENPAF, l’Ente di Previdenza e Assistenza dei Farmacisti.
Tuttavia, la pensione offerta da questo ente è vincolata a contributi fissi non proporzionati al reddito e, nella maggior parte dei casi, difficilmente supera il 15% dell’ultimo reddito professionale.
Anche nel caso in cui il farmacista abbia maturato i requisiti per una pensione INPS, il totale delle prestazioni previdenziali spesso non è sufficiente a garantire un tenore di vita adeguato. Per questo motivo, la previdenza complementare diventa una scelta indispensabile, non un’opzione.
Dipendenti di farmacia: il ruolo del TFR
Dal 2007, ogni lavoratore dipendente può decidere di destinare il proprio TFR (trattamento di fine rapporto) a un fondo pensione, una soluzione che offre vantaggi significativi:
- Fiscalità agevolata: a) i contributi volontari sono deducibili dal reddito IRPEF fino a 5.164 euro all’anno, con un risparmio immediato sulle tasse; b) le somme investite nel fondo pensione godono della esenzione dal pagamento del bollo Monti; c) le plusvalenze maturate sui valori mobiliari diversi dai titoli di stato godono della riduzione dell’imposta dal 26 al 24%; la tassazione finale del TFR conferito in un fondo pensione gode di una tassazione favorevole rispetto a quella applicata se lasciato in azienda.
- Flessibilità e sicurezza: i risparmi accumulati sono impignorabili, insequestrabili e liquidabili ai beneficiari senza tasse di successione in caso di decesso.
Ad esempio, un dipendente con un reddito lordo di 25.000 euro che decide di destinare il TFR a un fondo pensione potrebbe accumulare circa 2.127 euro annui, costruendo nel tempo un capitale importante per il proprio futuro.
I vantaggi per la farmacia come azienda
Per una farmacia, favorire l’adesione dei dipendenti a un fondo pensione non è solo una scelta orientata al welfare aziendale, ma anche una strategia finanziaria vantaggiosa.
Ecco i vantaggi principali:
- Risparmio sulla rivalutazione del TFR: quando il TFR resta in azienda, deve essere rivalutato annualmente dell’1,5% più il 75% dell’inflazione. Nel 2022, questo valore ha sfiorato il 10%. Destinando il TFR al fondo pensione, la farmacia elimina questo costo.
- Oneri ridotti: si azzerano i costi collegati al fondo di garanzia INPS (0,20% della retribuzione annua lorda) e agli oneri sociali (0,28%).
- Incremento della Deduzione fiscale: i contributi versati al fondo pensione del dipendente beneficiano di un incremento di deducibilità del 6% per le aziende fino a 50 dipendenti e del 4% per quelle con più di 50 dipendenti..
Esempio:
Una farmacia con 5 dipendenti, ciascuno con un reddito lordo di 35.000 euro, e un accantonamento di TFR pari a 12.000 euro annui, ottiene:
- Risparmio sulla rivalutazione del TFR: 9,97% di 12.000 euro = 1.196 euro.
- Riduzione di oneri sociali e INPS: 0,48% di 35.000 euro = 168 euro.
- Deduzione fiscale: circa 174 euro sui versamenti al fondo pensione.
Risparmio totale annuo: 1.538 euro.
Moltiplicando questo risparmio negli anni e considerando il numero di dipendenti, l’impatto finanziario diventa significativo, migliorando la sostenibilità economica dell’azienda.
- Fidelizzazione dei dipendenti: offrire un sistema previdenziale integrativo contribuisce a migliorare il clima aziendale, favorendo la retention del personale e riducendo il turnover.
- Premi incentivanti più convenienti: un premio destinato al fondo pensione costa meno rispetto a un’erogazione in busta paga, poiché gode di una tassazione agevolata.
Il titolare di farmacia: vantaggi concreti
Anche per i titolari di farmacia, la previdenza complementare rappresenta una soluzione strategica. Contributi volontari e versamenti al fondo pensione consentono di:
- Ridurre l’imposizione fiscale grazie alla deducibilità fino a 5.164 euro annui.
- Accumulare un capitale previdenziale che, sommato ai rendimenti, può raddoppiare il valore del versato.
Ad esempio, un farmacista titolare con un reddito annuo lordo di 60.000 euro, versando 5.000 euro annui in un fondo pensione per 24 anni, potrebbe ottenere una posizione finale di circa 162.000 euro, considerando i rendimenti.
Perché agire subito?
Rimandare la pianificazione previdenziale può costare caro. Ogni anno perso equivale a rinunciare a vantaggi fiscali, contributi del datore di lavoro (per i dipendenti) e rendimenti composti, che nel tempo possono fare una grande differenza.
Quindi, che tu sia un titolare di farmacia o un dipendente, è fondamentale prendere consapevolezza della propria situazione previdenziale e pianificare per tempo. La previdenza complementare non è solo un’opportunità, ma una necessità per garantire il tuo futuro e quello della tua famiglia.
Non aspettare: il miglior investimento che puoi fare è quello per la tua serenità di domani.