Una cosmesi tutta naturale alle terme di Abano e Montegrotto
Giugno 6, 2023Cardiospermum halicacabum, un amico per la pelle!
Giugno 7, 2023Succede frequentemente che i rimedi erboristici vengano associati ai farmaci per potenziarne l’attività oppure per mitigarne gli effetti collaterali. In alcune circostanze però taluni farmaci possono interagire con determinate erbe, provocando effetti dannosi per la salute.
Il rischio di incorrere in effetti indesiderati è aggravato dal fatto che difficilmente le controindicazioni e le avvertenze, relative all’impiego di una determinata erba, vengano riportate sull’etichetta del prodotto, d’altro canto il prodotto erboristico non è sottoposto per legge allo stesso rigore imposto per i farmaci.
Il percorso di un farmaco
Il percorso di un farmaco, dalla sua assunzione alla sua eliminazione, può essere modificato durante uno dei seguenti processi: assorbimento, distribuzione, biotrasformazione, eliminazione.
Esempio:
- I tannini contenuti in grande misura nel Tè nero possono ridurre (anche del 60%) l’assorbimento del ferro e di farmaci come: atropina, codeina, quetiapina, clozapina. Mentre i polifenoli del Tè verde possono, ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci ipotensivi come il Nadololo.
-Le piante lassative contenenti antrachinoni come l’Aloe, la Senna, la Frangola, il Rabarbaro, la Cassia, possono ritardare l’assorbimento dei farmaci se assunti in concomitanza e devono essere usate per brevi periodi.
Alcuni integratori a base di erbe possono diminuire oppure aumentare gli effetti di un farmaco
L’Iperico o erba di San Giovanni, conosciuto per le sue proprietà antidepressive, interferisce con la fase del metabolismo di molti farmaci, comportandosi come un “induttore enzimatico“di quegli enzimi (isoenzimi del P450) che attivano i processi di biotrasformazione dei farmaci substrato, con una conseguente riduzione di efficacia del farmaco metabolizzato.
L’Iperico può interagire con molti farmaci quali: contraccettivi orali, ciclosporina, anticoagulanti, statine, farmaci cardiaci, fexofenadina (antistaminico), nifedipina e verapamil (antipertensivi), omeoprazolo, chemioterapici, farmaci antiansia, anestetici, teofillina, riducendone la permanenza nell’organismo. Mentre con gli antidepressivi (paroxetina, sertralina...), si può verificare un effetto additivo, riconducibile alla sindrome serotoninergica, responsabile di sintomi anche gravi quali nausea, vomito, sudorazione profusa, iperiflessia ecc...
Si comportano come induttori enzimatici anche altri fitoterapici come il Ginseng, la Vite, il Ginkgo biloba, la Salvia miltiorrhiza.
Al contrario si comportano come “inibitori enzimatici”, quelle erbe che riducendo l’attività degli enzimi che metabolizzano determinati farmaci, ne determinano un prolungamento dell’effetto con potenziale rischio di tossicità.
Un esempio è il succo di Pompelmo come alimento, i flavonoidi presenti negli estratti di Arancio e Pompelmo, la Menta, l’Aglio, l’Echinacea, il Ginkgo, biloba, la Schisandra, il Mirtillo rosso.
L’estratto ed il succo di pompelmo possono interagire con i farmaci chemioterapici, ansiolitici, statine e molti altri, esercitando un effetto immediato e duraturo con un aumento della tossicità dei farmaci.
Nel caso dell’Echinacea, pianta conosciuta e apprezzata per la sua attività sul sistema immunitario, essa risulta essere controindicata nelle terapie con immunosoppressori, nelle terapie antiblastiche e nelle malattie autoimmunitarie. Sono invece considerate utili, le sinergie terapeutiche della pianta con gli antibiotici, propoli e vitamina c in corso di infezioni batteriche.
Anche il Mirtillo rosso, largamente impiegato per la prevenzione delle recidive delle infezioni delle vie urinarie, presenta delle criticità se associato a farmaci anticoagulanti orali e antiaggreganti piastrinici, esponendo al rischio emorragico.
Alcune erbe possono comportarsi in modo uguale al farmaco con sommazione di effetto
-Arancio amaro: gli estratti dalla scorza del frutto immaturo ricchi di sinefrina, contenuti spesso nei prodotti dimagranti, possono dare effetti cardiocircolatori di sommazione d’effetto con antiaritmici, ormoni tiroidei, psicofarmaci.
-Riso rosso fermentato: l’assunzione di riso rosso (contenente statine naturali) noto per abbassare il colesterolo, insieme alle statine di sintesi, rischia di aumentare gli effetti collaterali dei farmaci a base di statine.
-Ginkgo biloba: poiché contiene sostanze ad azione antiaggregante piastrinica, può avere un effetto additivo con i farmaci ad azione anticoagulante come il warfarin e antiaggreganti come l’aspirina, favorendo il rischio di complicanze emorragiche.
Quando le interazioni tra erbe e farmaco sono particolarmente importanti?
-Ci sono farmaci con un indice terapeutico ristretto, per i quali minime oscillazioni di concentrazione nell’organismo possono causare seri problemi. Es: Ciclosporina (usata nel rigetto da trapianto), Digossina (per problemi cardiaci), Fenitoina (convulsioni), Levotiroxina (per problemi alla tiroide), Warfarin (anticoagulante).
-Particolare attenzione poi deve essere posta per le erbe assunte durante il periodo chirurgico, in particolare, il Ginseng, il Ginkgo biloba e l’estratto di Aglio, poiché potrebbero aumentare il rischio di emorragie durante l’intervento. Mentre la Valeriana ed altre erbe sedative potrebbero aumentare l’effetto degli anestetici.
Anche la gravidanza e l’allattamento impongono particolare cautela nell’utilizzo delle erbe in genere. Inoltre, le donne in gravidanza generalmente ricevono farmaci per varie situazioni patologiche e almeno una donna in gravidanza su cinque consuma contemporaneamente prodotti naturali non sempre sufficientemente verificati, pertanto è necessario considerare le potenziali interazioni tra di loro.
Esempio:
Zenzero-possibili interazioni con Insulina, Metformina, Nifedipina.
Camomilla- la semplice tisana non ha controindicazioni se assunta saltuariamente, mentre per l’uso continuativo sono stati segnalati aumento delle contrazioni uterine e possibili interazioni con farmaci anticoagulanti, benzodiazepine (ansiolitici).
In genere possiamo dire che l’applicazione più innocua della fitoterapia è per inalazione (nelle malattie respiratorie) seguita dall’infusione e poi dagli estratti vegetali.
ALCUNE REGOLE IMPORTANTI DA CONSIDERARE
- Iniziare la terapia a base di erbe con un dosaggio ridotto per poi aumentare gradualmente (negli anziani si riduce di un 30%)
- Evitare di assumere molte miscele di erbe contemporaneamente
- Acquistare solo prodotti di provenienza certificata
- Informare tutti gli operatori sanitari di tutti gli integratori a base di erbe che assumi, in modo da aiutarti ad evitare interazioni dannose.
Dott.ssa Laura Malloggi
SITI E TESTI UTILI PER INFORMARSI
www.vigifarmaco.it (per segnalazioni di sospette reazioni avverse)
Erbe, alimenti e farmaci (F. Firenzuoli, ed EDRA)
Le insidie del naturale (F. Firenzuoli, Ed LSWR)